giu162022
Allarme radar: 90 secondi e la tua auto non è più tua
La tecnologia automotive offre spunto ai ladri d'auto per tecniche di furto sempre più rapide e silenziose.
Di fronte ad una stasi del mercato automotive, dominata da assenza di prodotto disponibile sul mercato, di certo non restano impassibili i moderni ladri di auto che a fronte di ogni innovazione tecnologica, implementata sulla vettura, trovano la via per violarne la sicurezza e sottrarla al proprietario.
E’ quel che sta accadendo in questo ultimo periodo alle auto dotate di sistemi radar.
Ma come facciamo a sapere se la nostra auto ha un sistema radar?
Se l’auto è dotata di un sistema denominato ACC, ovvero Cruise Control Adattivo (in grado di regolare la distanza da un veicolo che la precede intervenendo su acceleratore e freno) allora è dotata di un radar.
Come agiscono i ladri? Semplicemente scollegando il connettore del radar che è posto frontalmente nella vettura, e dunque facilmente accessibile, collegando invece un dispositivo elettronico che è in grado di aprire le porte e accendere il motore.
Ciò è possibile perché scollegando il connettore del radar e collegando un processore elettronico il ladro si collega al CAN-bus grazie al quale può interfacciarsi con i comandi dell’autovettura.
Una prova giunge dal video che mostra due malviventi mentre “lavorano” su una Alfa Romeo Stelvio, che viene rubata sotto gli occhi increduli del proprietario e dei suoi familiari. Il risultato è impressionante, in 90 secondi il malintenzionato riesce ad agire sul radar dell’auto ed a portarla via.
Questo è un ulteriore motivo per cui proteggere l’elettronica dell’automobile è diventato un obbligo imprescindibile se vogliamo tutelare la nostra vettura da azioni illecite.
Fortunatamente la tecnologia Mobile S di WiDna con il Security Electronic Pack ci aiuta in questo rilevando in tempo reale ogni tentativo di intrusione elettronica finalizzato al furto.
I tempi dei ladri sono da pit stop, ma tu non stare a guardare!
Di fronte ad una stasi del mercato automotive, dominata da assenza di prodotto disponibile sul mercato, di certo non restano impassibili i moderni ladri di auto che a fronte di ogni innovazione tecnologica, implementata sulla vettura, trovano la via per violarne la sicurezza e sottrarla al proprietario.
E’ quel che sta accadendo in questo ultimo periodo alle auto dotate di sistemi radar.
Ma come facciamo a sapere se la nostra auto ha un sistema radar?
Se l’auto è dotata di un sistema denominato ACC, ovvero Cruise Control Adattivo (in grado di regolare la distanza da un veicolo che la precede intervenendo su acceleratore e freno) allora è dotata di un radar.
Come agiscono i ladri? Semplicemente scollegando il connettore del radar che è posto frontalmente nella vettura, e dunque facilmente accessibile, collegando invece un dispositivo elettronico che è in grado di aprire le porte e accendere il motore.
Ciò è possibile perché scollegando il connettore del radar e collegando un processore elettronico il ladro si collega al CAN-bus grazie al quale può interfacciarsi con i comandi dell’autovettura.
Una prova giunge dal video che mostra due malviventi mentre “lavorano” su una Alfa Romeo Stelvio, che viene rubata sotto gli occhi increduli del proprietario e dei suoi familiari. Il risultato è impressionante, in 90 secondi il malintenzionato riesce ad agire sul radar dell’auto ed a portarla via.
Questo è un ulteriore motivo per cui proteggere l’elettronica dell’automobile è diventato un obbligo imprescindibile se vogliamo tutelare la nostra vettura da azioni illecite.
Fortunatamente la tecnologia Mobile S di WiDna con il Security Electronic Pack ci aiuta in questo rilevando in tempo reale ogni tentativo di intrusione elettronica finalizzato al furto.
I tempi dei ladri sono da pit stop, ma tu non stare a guardare!
gen252022
Se non evolvi rimani indietro
Si è chiuso un anno, periodo di bilanci. Il biennio 2020-2021 è stato segnato indelebilmente da una pandemia che nemmeno nei peggiori incubi avremmo lontanamente paventato.
Eppure il mondo è andato avanti, la tecnologia pure. La voglia di ripartire sta dando uno sprint alle imprese, molti settori stanno registrando un incremento degli ordini, frenato solo dalla carenza delle materie prime e dagli aumenti dei costi relativi.
Fra tutti il settore automotive vive un momento di grande passaggio, cambia la produzione, vista l’ascesa delle vetture ibride ed elettriche, cambiano i modelli distributivi, l’acquisto online sempre di più riguarderà anche il mercato dell’auto, cambiano le modalità di vendita.
Le case automobilistiche stanno investendo in tecnologia e quella che riguarda i sistemi di guida autonoma rientra fra quelle che riscuotono grande attenzione tanto che già dal 2022 verranno presentate sul mercato vetture del medium-size e large sport utility con funzioni di guida autonoma di livello 2 e 3.
E’ importante sottolineare che per il corretto funzionamento dei veicoli a guida autonoma sarà necessario che questi siano in grado di comunicare tra loro e con le infrastrutture esterne.
La connessione fa la differenza.
E’ altrettanto importante evidenziare che essere connessi significa anche essere esposti a rischi. Lo sperimentiamo tutti i giorni con i computer e con gli altri dispositivi elettronici, spesso esposti a virus e altri tipi di attacchi informatici. Oggi, attraverso l’interazione con l’esterno, se non prendiamo contromisure, possiamo mettere a rischio i nostri preziosi dati personali.
Se parliamo di auto, chiaramente, gli attacchi hacker hanno conseguenze anche più gravi come il furto parziale o totale dell’auto.
Dobbiamo entrare nell’ottica che le auto sono come PC molto evoluti, numerosissime sono le porte d’accesso per i pirati informatici. Per citare solo alcuni esempi è possibile accedere a distanza, attraverso il sistema di infotainment o la connessione Gprs, ma si possono sfruttare anche le moderne chiavi di accensione. Così facendo il car hacker riesce ad entrare nel cervello delle varie centraline ed impadronirsi di varie funzioni dipendenti dall’elettronica.
Le case auto non hanno a disposizione molte armi per fronteggiare tali attacchi dovendo necessariamente lasciare aperte alcune porte di accesso per permettere, ad esempio, la diagnostica da remoto e l’aggiornamento software.
Quale soluzione può, dunque, far dormire sonni più tranquilli?
Alla stregua degli anti virus per i computer si dovrà pensare ad un sistema di protezione dell’elettronica dell’auto, sistema che rilevi le intrusioni informatiche e non solo quelle meccaniche.
Tale tecnologia esiste e rappresenta l’esito di anni di ricerca e sperimentazione in WiDNa. Il risultato è un accessorio, il Security Electronic Pack, che permette di rilevare in tempo reale gli attacchi da parte di hacker.
Diversi sono i dealer, sul territorio nazionale, che si avvalgono di tale tecnologia per offrire auto sempre più sicure, fra questi Rigoni e Franceschetti, con sede a Vicenza e Thiene, è l’azienda che fra le prime ha intuito l’importanza del tema della cyber automotive security e di come la connettività avrebbe, sì, aumentato sicurezza e comfort alla guida, ma al contempo avrebbe avuto necessità di protezione.
Al tempo stesso ha colto l’importanza della formazione e dell’aggiornamento continuo della propria rete vendita e dei tecnici in officina aderendo al necessario processo formativo volto alla certificazione in cyber automotive security perché si sa, chi non evolve resta indietro.
Eppure il mondo è andato avanti, la tecnologia pure. La voglia di ripartire sta dando uno sprint alle imprese, molti settori stanno registrando un incremento degli ordini, frenato solo dalla carenza delle materie prime e dagli aumenti dei costi relativi.
Fra tutti il settore automotive vive un momento di grande passaggio, cambia la produzione, vista l’ascesa delle vetture ibride ed elettriche, cambiano i modelli distributivi, l’acquisto online sempre di più riguarderà anche il mercato dell’auto, cambiano le modalità di vendita.
Le case automobilistiche stanno investendo in tecnologia e quella che riguarda i sistemi di guida autonoma rientra fra quelle che riscuotono grande attenzione tanto che già dal 2022 verranno presentate sul mercato vetture del medium-size e large sport utility con funzioni di guida autonoma di livello 2 e 3.
E’ importante sottolineare che per il corretto funzionamento dei veicoli a guida autonoma sarà necessario che questi siano in grado di comunicare tra loro e con le infrastrutture esterne.
La connessione fa la differenza.
E’ altrettanto importante evidenziare che essere connessi significa anche essere esposti a rischi. Lo sperimentiamo tutti i giorni con i computer e con gli altri dispositivi elettronici, spesso esposti a virus e altri tipi di attacchi informatici. Oggi, attraverso l’interazione con l’esterno, se non prendiamo contromisure, possiamo mettere a rischio i nostri preziosi dati personali.
Se parliamo di auto, chiaramente, gli attacchi hacker hanno conseguenze anche più gravi come il furto parziale o totale dell’auto.
Dobbiamo entrare nell’ottica che le auto sono come PC molto evoluti, numerosissime sono le porte d’accesso per i pirati informatici. Per citare solo alcuni esempi è possibile accedere a distanza, attraverso il sistema di infotainment o la connessione Gprs, ma si possono sfruttare anche le moderne chiavi di accensione. Così facendo il car hacker riesce ad entrare nel cervello delle varie centraline ed impadronirsi di varie funzioni dipendenti dall’elettronica.
Le case auto non hanno a disposizione molte armi per fronteggiare tali attacchi dovendo necessariamente lasciare aperte alcune porte di accesso per permettere, ad esempio, la diagnostica da remoto e l’aggiornamento software.
Quale soluzione può, dunque, far dormire sonni più tranquilli?
Alla stregua degli anti virus per i computer si dovrà pensare ad un sistema di protezione dell’elettronica dell’auto, sistema che rilevi le intrusioni informatiche e non solo quelle meccaniche.
Tale tecnologia esiste e rappresenta l’esito di anni di ricerca e sperimentazione in WiDNa. Il risultato è un accessorio, il Security Electronic Pack, che permette di rilevare in tempo reale gli attacchi da parte di hacker.
Diversi sono i dealer, sul territorio nazionale, che si avvalgono di tale tecnologia per offrire auto sempre più sicure, fra questi Rigoni e Franceschetti, con sede a Vicenza e Thiene, è l’azienda che fra le prime ha intuito l’importanza del tema della cyber automotive security e di come la connettività avrebbe, sì, aumentato sicurezza e comfort alla guida, ma al contempo avrebbe avuto necessità di protezione.
Al tempo stesso ha colto l’importanza della formazione e dell’aggiornamento continuo della propria rete vendita e dei tecnici in officina aderendo al necessario processo formativo volto alla certificazione in cyber automotive security perché si sa, chi non evolve resta indietro.
ott232021
Il tempo è denaro
La richiesta di microchip a livello mondiale aumentata in maniera esponenziale con la realtà post covid, l’impennata degli acquisti di dispositivi come smartphone, tablet, computer e gli imprevisti come quello occorso presso il canale di Suez, hanno determinato una carenza globale di componenti elettronici e microchip. Tale situazione si protrarrà ancora per diversi mesi, si stima un ristabilimento delle normali condizioni di approvvigionamento per il 2023. Un’altra problematica si aggiunge con la carenza dell’acciaio e delle materie plastiche che sta pericolosamente allungando le tempistiche di consegna e in alcuni casi addirittura le triplica.
A livello mondiale ci sono notevoli ritardi nella produzione di nuove autovetture a causa della difficoltà di reperimento di microchip e di componentistica.
Tali ritardi comportano scelte, da parte delle case automobilistiche, di ridurre le dotazioni con cui allestire le vetture in uscita dalla fabbrica. Si riscontrano ricadute anche nella produzione delle nuove vetture necessarie per rifornire i concessionari.
Ma non è tutto, tale situazione crea delle conseguenze non solo sulle vetture di nuova produzione, bensì anche sui ricambi.
A tutto ciò si aggiunga il fatto che nel primo semestre 2021 si è rilevato un incremento dei furti d’auto del 25% rispetto all’anno precedente. Furti totali e furti parziali.
La copertura assicurativa oggi più che mai non ci mette al riparo da questi rischi. A seguito del furto dell’auto oggi i concessionari non sono in grado di fornirci in tempo utile una vettura che sostituisca quella rubata, a causa della penuria di auto in salone. Oltre al fatto che il risarcimento, quando arriva, non corrisponde mai a quanto sarà necessario sborsare per acquistare una nuova vettura.
Anche i furti parziali non sono certo un evento raro. I ladri d’auto indirizzano sempre più le loro attenzioni a componenti come navigatori, volanti multifunzione, centraline degli airbag, per fare solo qualche esempio.
Il problema ora è che i tempi di reperimento dei pezzi di ricambio, nella fattispecie i componenti elettronici, tanto ambiti dai ladri, sono dilatati nel tempo arrivando anche a 6-8 mesi di attesa.
Tutto questo ci porta a pensare che, ancor più che in passato, oggi sia necessario evitare spiacevoli situazioni come il furto totale o parziale della nostra auto perché la soluzione del problema non sarebbe certamente immediata e priva di costi.
Il motto “prevenire è meglio che curare” acquisisce ora una valenza più che mai strategica in termini sia economici sia di tempo.
A livello mondiale ci sono notevoli ritardi nella produzione di nuove autovetture a causa della difficoltà di reperimento di microchip e di componentistica.
Tali ritardi comportano scelte, da parte delle case automobilistiche, di ridurre le dotazioni con cui allestire le vetture in uscita dalla fabbrica. Si riscontrano ricadute anche nella produzione delle nuove vetture necessarie per rifornire i concessionari.
Ma non è tutto, tale situazione crea delle conseguenze non solo sulle vetture di nuova produzione, bensì anche sui ricambi.
A tutto ciò si aggiunga il fatto che nel primo semestre 2021 si è rilevato un incremento dei furti d’auto del 25% rispetto all’anno precedente. Furti totali e furti parziali.
La copertura assicurativa oggi più che mai non ci mette al riparo da questi rischi. A seguito del furto dell’auto oggi i concessionari non sono in grado di fornirci in tempo utile una vettura che sostituisca quella rubata, a causa della penuria di auto in salone. Oltre al fatto che il risarcimento, quando arriva, non corrisponde mai a quanto sarà necessario sborsare per acquistare una nuova vettura.
Anche i furti parziali non sono certo un evento raro. I ladri d’auto indirizzano sempre più le loro attenzioni a componenti come navigatori, volanti multifunzione, centraline degli airbag, per fare solo qualche esempio.
Il problema ora è che i tempi di reperimento dei pezzi di ricambio, nella fattispecie i componenti elettronici, tanto ambiti dai ladri, sono dilatati nel tempo arrivando anche a 6-8 mesi di attesa.
Tutto questo ci porta a pensare che, ancor più che in passato, oggi sia necessario evitare spiacevoli situazioni come il furto totale o parziale della nostra auto perché la soluzione del problema non sarebbe certamente immediata e priva di costi.
Il motto “prevenire è meglio che curare” acquisisce ora una valenza più che mai strategica in termini sia economici sia di tempo.
lug052021
Attenti a quell’APP!
C’è un’app per tutto. Moderni strumenti di aiuto in ogni ambito della nostra quotidianità.
Vuoi sapere se il tempo sarà buono per una gita fuori porta?
C’è un’app.
Vuoi sapere se ci sarà traffico lungo la strada?
C’è un’app.
Vuoi prenotare il ristorante a destinazione o farti recapitare il pranzo? C’è un’app.
Vuoi prontamente pagare il conto?
C’è un’app.
Potremmo andare avanti a lungo, perché le aziende hanno colto la grande opportunità di raggiungere i clienti grazie ad applicazioni che permettono di usufruire di servizi o di acquistare prodotti.
Il mondo automotive non ne è esente, le case automobilistiche hanno da tempo introdotto applicazioni che permettono di avere informazioni in merito a stili di guida, allo stato di manutenzione dell’auto, per fare alcuni esempi. Di più recente introduzione le funzioni che permettono al proprietario dell’automobile di programmare il climatizzatore durante la sosta, gestire a distanza il bloccaggio e lo sbloccaggio delle porte, controllare se i finestrini sono aperti o chiusi, e molto altro.
Dal nostro smartphone dunque possiamo interagire con la nostra automobile. Il rovescio della medaglia sta nel fatto che un hacker può introdursi, invisibilmente, nelle funzionalità dell’applicazione della casa madre.
I pirati informatici, grazie al fatto che riescono a superare i protocolli di sicurezza, possono intercettare username e password dell’app avendo così libero accesso ad alcune funzioni di controllo dell’automobile.
Il punto di partenza, per hackerare una vettura è spesso il numero identificativo del telaio, che è posto in evidenza fra parabrezza e cruscotto, da questa informazione il malintenzionato riesce a “farsi strada” nei server di connessione che gestiscono i vari servizi, riuscendo così a controllare alcune funzioni dell’automobile finanche a rubarla.
Altra modalità prevede che le potenziali vittime cadano nel tranello di scaricare app o programmi per la fornitura di prodotti o servizi (un servizio wi-fi, un accesso di ricarica per la propria auto elettrica, ecc.), e proprio grazie a quell’app o a quel link l’hacker è in grado di intercettare username e password.
In altre parole, tramite tecniche di social hacking viene violato lo smartphone dell'utente, installando un'applicazione malevola che riproduce la schermata di login al pannello di controllo. L'hacker provvede poi a cancellare il token di sicurezza rilasciato dai server, che permette all'applicazione di autenticarsi automaticamente, per obbligare l'utente a reinserire la password e permettendo così di prendere il controllo dell’auto.
Il punto è che la connettività, presente ormai su tutte le autovetture in commercio, ci offre maggior sicurezza, maggior confort alla guida, efficienza ed efficacia nelle operazioni di diagnostica e manutenzione da remoto, al tempo stesso offre l’opportunità ai malintenzionati di utilizzare tale connessione per fini illeciti.
Ben vengano dunque le innovazioni introdotte che ci permettono di ricevere prontamente la chiamata di soccorso in caso di incidente, di collegare il proprio smartphone al sistema infotainment, di poter inviare comandi dall’app alla nostra auto; tuttavia dobbiamo entrare nell’ordine di idee che questa connessione va protetta, e così come tutti noi salvaguardiamo i nostri dati ed il lavoro svolto al computer dotandoci di appositi antivirus, allo stesso modo dobbiamo ora comportarci con la nostra automobile perché basta un’app per fare tutto, anche per fartela rubare.
Vuoi sapere se il tempo sarà buono per una gita fuori porta?
C’è un’app.
Vuoi sapere se ci sarà traffico lungo la strada?
C’è un’app.
Vuoi prenotare il ristorante a destinazione o farti recapitare il pranzo? C’è un’app.
Vuoi prontamente pagare il conto?
C’è un’app.
Potremmo andare avanti a lungo, perché le aziende hanno colto la grande opportunità di raggiungere i clienti grazie ad applicazioni che permettono di usufruire di servizi o di acquistare prodotti.
Il mondo automotive non ne è esente, le case automobilistiche hanno da tempo introdotto applicazioni che permettono di avere informazioni in merito a stili di guida, allo stato di manutenzione dell’auto, per fare alcuni esempi. Di più recente introduzione le funzioni che permettono al proprietario dell’automobile di programmare il climatizzatore durante la sosta, gestire a distanza il bloccaggio e lo sbloccaggio delle porte, controllare se i finestrini sono aperti o chiusi, e molto altro.
Dal nostro smartphone dunque possiamo interagire con la nostra automobile. Il rovescio della medaglia sta nel fatto che un hacker può introdursi, invisibilmente, nelle funzionalità dell’applicazione della casa madre.
I pirati informatici, grazie al fatto che riescono a superare i protocolli di sicurezza, possono intercettare username e password dell’app avendo così libero accesso ad alcune funzioni di controllo dell’automobile.
Il punto di partenza, per hackerare una vettura è spesso il numero identificativo del telaio, che è posto in evidenza fra parabrezza e cruscotto, da questa informazione il malintenzionato riesce a “farsi strada” nei server di connessione che gestiscono i vari servizi, riuscendo così a controllare alcune funzioni dell’automobile finanche a rubarla.
Altra modalità prevede che le potenziali vittime cadano nel tranello di scaricare app o programmi per la fornitura di prodotti o servizi (un servizio wi-fi, un accesso di ricarica per la propria auto elettrica, ecc.), e proprio grazie a quell’app o a quel link l’hacker è in grado di intercettare username e password.
In altre parole, tramite tecniche di social hacking viene violato lo smartphone dell'utente, installando un'applicazione malevola che riproduce la schermata di login al pannello di controllo. L'hacker provvede poi a cancellare il token di sicurezza rilasciato dai server, che permette all'applicazione di autenticarsi automaticamente, per obbligare l'utente a reinserire la password e permettendo così di prendere il controllo dell’auto.
Il punto è che la connettività, presente ormai su tutte le autovetture in commercio, ci offre maggior sicurezza, maggior confort alla guida, efficienza ed efficacia nelle operazioni di diagnostica e manutenzione da remoto, al tempo stesso offre l’opportunità ai malintenzionati di utilizzare tale connessione per fini illeciti.
Ben vengano dunque le innovazioni introdotte che ci permettono di ricevere prontamente la chiamata di soccorso in caso di incidente, di collegare il proprio smartphone al sistema infotainment, di poter inviare comandi dall’app alla nostra auto; tuttavia dobbiamo entrare nell’ordine di idee che questa connessione va protetta, e così come tutti noi salvaguardiamo i nostri dati ed il lavoro svolto al computer dotandoci di appositi antivirus, allo stesso modo dobbiamo ora comportarci con la nostra automobile perché basta un’app per fare tutto, anche per fartela rubare.
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mar282021
Lockdown: fermi tutti, ma i ladri d’auto no!
A distanza di un anno dal primo lockdown causato dalla pandemia, che sta mettendo a dura prova il mondo intero, si fa un’analisi di quale situazione troviamo dopo questi lunghi mesi.
Se l’economia ha subito una battuta d’arresto, altrettanto non si può dire per i furti d’auto. Gli operatori di questo settore illecito non si son fermati affatto. Il secondo semestre del 2020 ha registrato un incremento del 30% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Oggetto del desiderio, anche per i ladri d’auto, sembrano essere i SUV che sono stati nell'occhio del mirino “illegale” per un numero che è cresciuto nel secondo semestre 2020 del 41%, portando la percentuale su base annua al 33%.
Un’attenzione particolare bisogna dedicare ai modelli elettrici, sempre più diffusi e pubblicizzati. Tali vetture sono oggetto di attenzione anche di furti parziali, considerato il costo dei componenti che ora sono sempre più prodotti di alta tecnologia ed elettronica evoluta, per non parlare del pacco batterie che, nelle auto elettriche, costituisce quasi il 50% del costo dell’intera vettura.
Per questa ragione le auto devono, ora più che mai, essere protette da un sistema che rilevi ogni tentativo di effrazione elettronica e meccanica.
Per questo motivo WiDna è partner strategico di tutti quei concessionari che fanno della sicurezza a 360 gradi uno dei valori fondanti della propria attività.
In un periodo come quello che stiamo attraversando la tranquillità ha acquisito un carattere di necessità irrinunciabile. Con il Security Electronic Pack di WiDna l’obiettivo è raggiunto: una sentinella invisibile ti permetterà dormire sonni tranquilli.
Se l’economia ha subito una battuta d’arresto, altrettanto non si può dire per i furti d’auto. Gli operatori di questo settore illecito non si son fermati affatto. Il secondo semestre del 2020 ha registrato un incremento del 30% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Oggetto del desiderio, anche per i ladri d’auto, sembrano essere i SUV che sono stati nell'occhio del mirino “illegale” per un numero che è cresciuto nel secondo semestre 2020 del 41%, portando la percentuale su base annua al 33%.
Un’attenzione particolare bisogna dedicare ai modelli elettrici, sempre più diffusi e pubblicizzati. Tali vetture sono oggetto di attenzione anche di furti parziali, considerato il costo dei componenti che ora sono sempre più prodotti di alta tecnologia ed elettronica evoluta, per non parlare del pacco batterie che, nelle auto elettriche, costituisce quasi il 50% del costo dell’intera vettura.
Per questa ragione le auto devono, ora più che mai, essere protette da un sistema che rilevi ogni tentativo di effrazione elettronica e meccanica.
Per questo motivo WiDna è partner strategico di tutti quei concessionari che fanno della sicurezza a 360 gradi uno dei valori fondanti della propria attività.
In un periodo come quello che stiamo attraversando la tranquillità ha acquisito un carattere di necessità irrinunciabile. Con il Security Electronic Pack di WiDna l’obiettivo è raggiunto: una sentinella invisibile ti permetterà dormire sonni tranquilli.