Se non evolvi rimani indietro

Si è chiuso un anno, periodo di bilanci. Il biennio 2020-2021 è stato segnato indelebilmente da una pandemia che nemmeno nei peggiori incubi avremmo lontanamente paventato.
Eppure il mondo è andato avanti, la tecnologia pure. La voglia di ripartire sta dando uno sprint alle imprese, molti settori stanno registrando un incremento degli ordini, frenato solo dalla carenza delle materie prime e dagli aumenti dei costi relativi.

Fra tutti il settore automotive vive un momento di grande passaggio, cambia la produzione, vista l’ascesa delle vetture ibride ed elettriche, cambiano i modelli distributivi, l’acquisto online sempre di più riguarderà anche il mercato dell’auto, cambiano le modalità di vendita.

Le case automobilistiche stanno investendo in tecnologia e quella che riguarda i sistemi di guida autonoma rientra fra quelle che riscuotono grande attenzione tanto che già dal 2022 verranno presentate sul mercato vetture del medium-size e large sport utility con funzioni di guida autonoma di livello 2 e 3.

E’ importante sottolineare che per il corretto funzionamento dei veicoli a guida autonoma sarà necessario che questi siano in grado di comunicare tra loro e con le infrastrutture esterne.
La connessione fa la differenza.

E’ altrettanto importante evidenziare che essere connessi significa anche essere esposti a rischi. Lo sperimentiamo tutti i giorni con i computer e con gli altri dispositivi elettronici, spesso esposti a virus e altri tipi di attacchi informatici. Oggi, attraverso l’interazione con l’esterno, se non prendiamo contromisure, possiamo mettere a rischio i nostri preziosi dati personali.
Se parliamo di auto, chiaramente, gli attacchi hacker hanno conseguenze anche più gravi come il furto parziale o totale dell’auto.

Dobbiamo entrare nell’ottica che le auto sono come PC molto evoluti, numerosissime sono le porte d’accesso per i pirati informatici. Per citare solo alcuni esempi è possibile accedere a distanza, attraverso il sistema di infotainment o la connessione Gprs, ma si possono sfruttare anche le moderne chiavi di accensione. Così facendo il car hacker riesce ad entrare nel cervello delle varie centraline ed impadronirsi di varie funzioni dipendenti dall’elettronica.

Le case auto non hanno a disposizione molte armi per fronteggiare tali attacchi dovendo necessariamente lasciare aperte alcune porte di accesso per permettere, ad esempio, la diagnostica da remoto e l’aggiornamento software.

Quale soluzione può, dunque, far dormire sonni più tranquilli?

Alla stregua degli anti virus per i computer si dovrà pensare ad un sistema di protezione dell’elettronica dell’auto, sistema che rilevi le intrusioni informatiche e non solo quelle meccaniche.

Tale tecnologia esiste e rappresenta l’esito di anni di ricerca e sperimentazione in WiDNa. Il risultato è un accessorio, il Security Electronic Pack, che permette di rilevare in tempo reale gli attacchi da parte di hacker.

Diversi sono i dealer, sul territorio nazionale, che si avvalgono di tale tecnologia per offrire auto sempre più sicure, fra questi Rigoni e Franceschetti, con sede a Vicenza e Thiene, è l’azienda che fra le prime ha intuito l’importanza del tema della cyber automotive security e di come la connettività avrebbe, sì, aumentato sicurezza e comfort alla guida, ma al contempo avrebbe avuto necessità di protezione.

Al tempo stesso ha colto l’importanza della formazione e dell’aggiornamento continuo della propria rete vendita e dei tecnici in officina aderendo al necessario processo formativo volto alla certificazione in cyber automotive security perché si sa, chi non evolve resta indietro.








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